NON SIAMO TUTTI UGUALI

13 Gennaio 2024 0 Di Bruno S.

https://www.open.online/2024/01/12/tifoso-federico-ferito-derby-lazio-roma-video/

La domanda è: perchè le licenze di porto d’armi o di detenzione di esse sono sempre più in pericolo e sono detestate dai media che ne fanno la causa di tutti i mali ? Perchè non succede lo stesso con le licenze di guida o con gli abbonamenti allo stadio ?

Eppure ci sono più feriti e morti per incidenti sulle strade che per incidenti con le armi, per non parlare degli stadi, oggi considerati più pericolosi di un tempo da almeno il 60,7% dei tifosi stessi.

Quando un arma spara e in quell’incidente ci scappa il ferito o peggio il morto, subito si solleva una pletora di proteste e di persone più o meno in vista che gridano al disarmo mentre quando l’incidente accade con un mezzo a due o quattro ruote, la cosa sembra quasi naturale, l’incidente sembra essere ormai la normalità nella vita quotidiana come la normalità sembra essere la tifoseria incontrollata che semina terrore per le strade, provoca incidenti negli stadi con feriti e morti. I media se ne occupano ma la notizia finisce per sparire tra un fatto politico e una partita di calcio o una sfilata di moda.

Per cercare il perchè spesso si scomodano ideali, patologie, si fanno giri di parole, calcoli e disegni in scala senza trarne la minima idea, quando è molto semplice capire il perchè semplicemente esaminando le cose come sono nella realtà di oggi.

Partiamo dal capire quanti sono coloro che seguono o sono immersi nel mondo delle armi, delle auto e del calcio.
Porti d’arma = 1.222.500 (8,4% degli Italiani)
Patente di guida = 39.200.000 (74,68% degli Italiani)
Abbonamenti allo stadio = 900.000 (ma i tifosi sono milioni)
ma è il giro d’affari che conta oggi per chi gestisce le cose e per la politica:
Porti d’arma = 61.125.000 introito dei medici + 144.477.000 introito per rinnovo
Patente di guida = 1.960.000.000 introito dei medici + 5.096.000.000 introito per rinnovo patenti
Abbonamenti allo stadio = introito per difetto abbonamenti 180.000.000

Le cifre sono impietose, il mondo degli appassionati del tiro spende per il proprio sport (escludendo l’attività sportiva il cui introito va alle società di tiro) molto poco mentre il calcio porta alle casse e quindi riversa in tasse al Paese molto di più, con giri di affari milionari. Nulla a che vedere però con l’introito che lo Stato incassa con le licenze di guida. Ecco perchè al di la dei 3.159 morti sulle strade i 150 per incidenti con le armi a fuoco fanno più rumore. Non si possono certo demonizzare le auto o le strade, un patrimonio pari a 1/3 della manovra finanziaria di quest’anno. Apriti o cielo se gridassimo contro strade e gli stadi e ne chiedessimo la chiusura. L’Italia sarebbe messa a ferro e fuoco.

Risulta chiaro che i più fragili o quelli che è più facile colpire senza conseguenze sono i legali possessori di armi e delle relative licenze. Primo motivo è che loro, ogni volta che sono stati colpiti da un inasprimento delle norme, hanno sempre abbassato la testa e si sono adattati, imprenditori, armieri, industrie comprese. Un minuscolo angolo di sport soggetto alle intemperie del Paese e sprovvisto di ombrello e poi l’apporto finanziario al Paese dato da questo piccolo mondo è relativamente limitato, la licenza di porto c’armi ha costi relativamente bassi e solo quella per caccia supera i 173 euro annuali per un totale di 105.357.000 euro pari al 75% del gettito totale delle licenze in Italia.

E poi le armi a cosa servono ? Le auto si, quelle servono, servono per lavorare, per spostarsi, per annullare le distanze e unire le persone, facilitare le vacanze, unire i popoli. E che dire del gettito finanziario dovuto dal consumo della sola benzina o del gasolio ?

Sembra quindi che il peso finanziario dello sport del tiro in tutte le sue declinazioni sulle casse del Paese sia troppo esiguo perchè la politica possa prendere in considerazione la voce degli sportivi e dei possessori di armi o, possa considerare il comparto sportivo interessante dal lato finanziario. Nulla da dire però su quello che è il comparto della produzione militare o per l’esportazione, che in questo ultimo anno, con lo scoppio di vari conflitti, ha visto centuplicare gli introiti delle Aziende Italiane e quindi aumentare il gettito nelle casse pubbliche ma ancor più, vedere apprezzata la produzione Italiana in tutto il mondo.

E’ con queti pochi concetti che si spiega come la piccola nicchia di persone legate allo sport delle armi si trovi sempre più nel mirino della sempre più estesa volontà di disarmo, senza che possa trovare voce nei media o nella politica, non trovando così un aiuto concreto contro lo stillicidio di licenze di porto d’armi e di detenzioni che ogni giorno vedono sequestrati e ritirati in tutto il Paese, questo anche nel silenzio assordante delle stesse associazioni che il comparto dovrebbero difenderlo.

Le armi in Italia non sono più di moda. Scompare il cacciatore con la doppietta sulle spalle e il cane da riporto al guinzaglio, scompare il tiratore irrigidito in posizione pronto a fare centro per far posto al tiratore in mimetica che correndo, affronta il bersaglio come affronterebbe il nemico in guerra. Una brutta visione di uno sport che doveva essere divertimento e non addestramento. Sono sempre più gli inviti sul web a partecipare ai corsi di tiro per difesa, operativo, tecnico e sempre meno i corsi di tiro a segno sportivo, quello olimpico, per intenderci. Certo che per chi non è dentro, questo non può apparire uno sport ma più che altro un modo per addestrarsi a sparare a un essere umano in movimento.