DISAGIO E ARMI

5 Gennaio 2024 0 Di Bruno S.

Minacce e spari, fortunatamente a salve, contro gli agenti. Il tutto in diretta Instagram. Perché nel suo mondo, quello in cui la musica si mischia alla criminalità, i social contano tanto quanto la realtà, se non di più. “Keta”, il 22enne Aziz Kheimiri,” originario Tunisino, rapper della nuova generazione di giovani, ha partecipato nella notte di capodanno, agli scontri contro la Polizia a S.Siro. I giovani festeggiando il nuovo anno avevano dato fuoco a diversi oggetti e le forze dell’ordine chiamate erano intervenute trovandosi di fronte un gruppo di giovani che hanno risposto con lancio di oggetti. I rapper ha estratto un arma a salve, ma perfettamente uguale ad un arma vera e ha sparato ad altezza uomo versi gli agenti, riprendendo tutto con il telefonino e mettendolo in rete come la nuova moda giovanile della rete vuole oggi.

Mi fermo qui. Lascio a voi pensare quale insegnamento di vita possa aver portato questo video in rete a migliaia di giovane menti, spesso frustrate dalla situazione di crisi del lavoro, della casa, della sanità, della sicurezza, ……. ecc. Italiana.

Certo, a pochi giorni dagli spari in casa di un capodanno che tanti feriti ha fatto (e un morto), anche una rappresentanza della musica giovanile che faccia tanta pubblicità all’uso delle armi (per non parlare di quella politica) proprio non ci voleva. Come sempre non sarà lui a pagare, gli avvocati sapranno rappresentare la questione come una bravata, uno slogan pubblicitario, il nuovo video dell’ultima canzone …….. A pagare sarà sempre, anche se in minima parte, ma solo il mondo delle armi legalmente detenute e dei suoi sport collegati (e un indotto non da poco).

Certo, qualcuno dirà che era solo un arma a salve. Beh…. ci mancava anche l’arma vera per fare più effetto, il fatto stà che i media danno poco spazio al tipo di arma ma molto di più alle immagini e alla parola arma e spari. Ma ancor peggio, ci sarà sicuramente una vasta platea di giovani pronti a seguire il rapper nei suoi gesti “musicali”. Il problema stà nel fatto che, da uno sparo tira l’altro e prima o poi una pallottola vera fischierà nell’aria. Insomma, le cose non possono certo migliorare di questo passo, la cultura delle armi non è più di questo Paese. Un Paese che ormai è mescolato a mille culture di cui molte ancora in guerra tra loro.

Chi come me ha un po’ di anni alle spalle, una famiglia di cacciatori, una vita passata con le armi dietro la porta il cane fuori e la bisaccia sempre pronta, conosce l’esatta collocazione che le armi devono avere nella vita di un uomo (o donna). Una cultura che si è estinta con la nascita della corrente anti caccia e ancor più quella pacifista che dopo il Wietnam e il Libano si è trasformata in anti armi. Ancor peggio la maggior parte dei possessori di armi è un anti caccia sfegatato, tanto da dichiarare che le armi per la caccia dovrebbero essere eliminate. E’ tipico del nostro Paese, taglairsi il pisello per fare dispetto alla moglie.

Navigando in rete, leggendo le critiche ai fatti, si legge di tutto ma non si legge una semplicisima cosa: come risolvere il problema per salvare la categoria.
Certamente è un tema politicamente scottante cui nessuno vuole mettere mano proprio per non bruciarsi. Vi ricordo che la categoria dei possessori di armi conta solo l’8,4% di Italiani. E’ però anche vero che prima o poi i conti si dovranno fare, per non finire come in Australia o in Inghilterra. Vi ricordo che la Legge prevede che in taluni casi le armi ai cittadini possano essere ritirate per motivi di ordine pubblico, senza rimborso spese alcuno.
E allora perchè il mondo armiero non ha un referente politico che gli dia una mano ?
Perchè fin dall’inizio il mondo delle armi si è sempre dichiarato “apolitico” ?
Beh … complimenti, altro bel lavoro. Oggi senza appoggio politico non si va da nessuna parte, e il mondo delle armi di appoggi forse avrà solo il bastone della vecchiaia.

Attualmente abbiamo un governo di centro-destra, molto più incline al possesso delle armi e allora perchè nessuno ne approfitta ? Forse perchè solo quel’ 8,4% degli Italiani possiede almeno un arma, un numero irrisorio se pensiamo a chi possiede una patente, un televisore o solo un pass per andare allo stadio e paga fior di denari ogni domenica. Se pensiamo che gli abbonati a Sky sono 4.200.000, cioè quanti hanno una licenza in materia di armi, capiamo che la nicchia clientelare finanziaria e di voti è proprio al minimo e sul mercato esistono sicuramente sport più redditizzi sia come ritorno d’immagine sia come serbatoio di voti. Certo non voglio dire che gli sportivi del tiro non valgano nulla, ma certamente partono svantaggiati.

“LE ARMI NON SONO PIU’ DI MODA” diceva in tempi non sospetti un noto Giudice.

Se anche negli USa si comincia a sentire l’onda anti armi e le idee politiche iniziano a vacillare, in Europa il pericolo del disarmo è sicuramente più avanti. Aggiungiamoci le guerre a poca distanza, la paura del terrorismo, l’immigrazione senza controllo e la circolazione di armi clandestine sempre in aumento, il panorama è assai buio. Ormai se ne sono accorti tutti, basta uno starnuto per vedersi sequestrare armi e porti d’arma. Il possessore d’armi ormai vive nel terrore di fare una mossa falsa che ne pregiudichi il porto d’armi. Si smette anche di scrivere sui social per evitare che qualcuno legga erroneamente messaggi interpretandoli come minacce. D’altra parte le amministrazioni dello Stato non aspettano altro per attaccarsi a tutto pur di ridurre il possesso di armi ai cittadini.

Certo a noi non servono gli esercizi di capodanno di un politico e di un rapper, per essere rappresentati come dei “rambo” in libertà provvisoria, basta andare in un campo di tiro operativo qualunque e osservare; spesso sembra di essere in un campo di addestramento alla guerriglia. Servirebbero immagini sane di uno sport sano, che però nessuno è disposto a fare ne a pubblicare: chissà perchè.