IL PORTO LO ROVINANO SEMPRE I MARINAI

3 Gennaio 2024 0 Di Bruno S.

Il 1º gennaio 2024, a Rosazza (BI), durante la festa di capodanno, dall’arma calibro .22lr del deputato Emanuele Pozzolo, è partito un colpo. L’arma, regolarmente detenuta, era un piccolo revolver da taschino, il colpo ha ferito in modo lieve alla gamba il genero di un membro della scorta dell’onorevole Sottosegretario di Stato al Ministero della giustizia del governo Meloni; Andrea Delmastro Delle Vedove.

Si riaccende così la guerra alle armi in mano ai cittadini, non perchè qualcuno si sia difeso da un aggressione ma semplicemente perchè qualcuno, in possesso regolarmente di porto d’armi per difesa e di armi, ha fatto una “cazzata” per la quale tutti rischieranno qualcosa.

Il minimo è la solita stretta da parte delle Autorità di P.S. sul rilascio di licenze e permessi in materia di armi e ancor più, la guerra scatenata al ritiro delle stesse licenze e armi diverrà più intensa.

I primi articoli circolano già in rete: ANSA: Italia armata, forse la fortuna che l’arma fosse di un deputato della maggioranza, sfumerà in breve le polemiche, certo è che come sempre a rovinare il porto sono sempre e solo i marinai che lo frequentano.

Ora magari non succederà in questo specifico caso ma solitamente in altri casi i media cominciano a chiedersi chi è stato a rilasciare il porto d’armi allo sparatore, perchè l’ufficio armi della Questura non ha ritirato le armi allo sparatore, molti conoscevano lo sparatore ed è qui che i dirigenti delle questure e delle prefetture cominceranno a drizzare le orecchie, anche alla luce di una famosissima circolare del Ministero che li avvertiva che, in caso di incidenti come questi, potevano essere chiamati in causa per i danni arrecati con le armi concesse.

Non diciamo “apriti o cielo” ma capiamo che ad ogni avvenimento di questo tipo, corrisponderà una stretta da parte dell’amministrazione pubblica, fosse solo per salvare il portafoglio o il rischio di essere chiamati in causa.

Ci si lamenta che le licenze stanno scomparendo, che aumentano i sequestri di armi e i ritiri dei porti d’armi ? La risposta è scritta tutta qui sopra; ad ogni azione corrisponde una reazione contraria.

Se poi ci mettiamo anche la Corte Costituzionale che ha dichiarato che le licenze di porto d’armi non sono un diritto ma semplicemente l’eccezione al divieto di portare le armi, capiamo che oramai le licenze sono sul viale del tramonto e come per le patenti, più ne vengono ritirate e più guidatori al volante senza si trovano in circolazione, il possesso di armi clandestine è in sensibile aumento. Un aumento cui i governi non fanno caso, le armi clandestine non sono quantificate, non vi è un elenco di esse e se non si ha la quantità, non si sa quante sono vuol dire che non ci sono.

Va molto male la battaglia portata avandi da molte associazioni di sportivi possessori di armi che combattono per il rilascio delle licenze di porto d’armi per difesa personale, mentre dovrebbero combattere l’idea malsana delle amministrazioni che le armi vanno eliminate dalle mani dei liberi cittadini perchè sono un pericolo non solo per l’incolumità pubblica ma per le stessa amministrazioni che rilasciano le licenze.

Sfortunatamente i dirigenti di molte società hanno già un porto d’armi per difesa e a loro interessa mantenere il proprio status a discapito di coloro che perdono la licenza di caccia o per tiro a volo. Per altro siamo l’unico Paese ad avere una miriade di licenze per poi fare le stesse cose, l’Italia è detta da sempre “il Paese delle mille polizie” e non per caso è anche il Paese dalla burocrazia peggiore d’Europa.

Certo, nell’acqua torbida si pesca bene e il sistema ormai è collaudato e funziona bene se sei dalla parte dell’amministrazione pubblica. Meno se sei un semplice cittadino che ama il tiro a segno o la caccia e per questo non si fa nulla, l’interesse è nel peggioramento delle cose non certo nel loro miglioramento, che presupporrebbe un maggiore accesso alle licenze in materia di armi. Non sia mai che con il 2024 si firmino più licenze che nel 2023 sembra essere la parola d’ordine e nel goco ci stanno bene anche i “ritiri cautelativi” dopo i quali difficilmente armi e licenze tornano ai legittimi proprietari.

Concetta Russo muore a capodanno per lo sparo partito dall’arma del nipote; ma l’arma non era regolarmente detenuta ed era stata acquistata pochi giorni prima: in questo caso nessuna reazione degli anti armi, le armi clandestine non esistono perchè non vi è un loro elenco, non sappiamo cosa sono e dove sono. Due fatti, due modi di vedere le cose. Nel caso del deputato il prefetto che ha rilasciato la licenza potrebbe essere chiamato a risponderne, nel secondo caso a rispondere del fatto è solo lo sparatore e nessun’altro. Sembra meglio avere un arma che nessuno concede che coinvolgere tanti bravi servitori dello Stato per averne una.