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Possibili soluzioni al pasticcio delle A7 e delle A6

Started by am, Monday - 15/January/2024 - 08:33

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am

Salve, ormai sappiamo che le classificazioni e le pratiche relative alle A6 - A7 sono un pasticcio indicibile di difficilissima soluzione. Dopo che si è creato un inguazzabuglio incredibile io credo che spetti al mondo degli sportivi, degli appassionati, dei professionisti e dei commercianti a mettere un poco di ordine adottando in generale delle pratiche commerciali standardizzate e ordinate.
Come esercizio mentale vorrei proporre una serie di pratiche che, se elevate a consuetudine, potrebbero mettere un poco di ordine nella questione.

Per le A7, mi limiterò alle lunghe ma lo stesso discorso può estendersi alle corte cambiando le diciture di categorie:

Per quelle armi di nuova produzione per le quali ha senso l'operazione la  stessa arma dovrebbe essere classificata sia come A7 sia come una categoria alternativa a seconda delle possibilità generalmente B9 o B4.
Nel caso che l'arma sia classificata come A7 e B9 richiedere la sportività per ambo le schede (tecnicamente possibile direi visto che diverse armi già hanno doppia scheda sportiva).

A questo punto si dovrebbe importare solo le categorie della stessa arma non A7, essenzialemente le A7 dovrebbero esistere solo burocraticamente, poi gli armieri o altri soggetti possono venderi i caricatori per la versione A7.
Chi vuole collezionare l'arma si accontenta del caricatore ridotto e a posto (facevamo così ai tempi del catalogo), se proprio vuole trova i caricatori ridotti con il corpo lungo così in vetrina non sfigura.
Chi vuole fare sport si compra i caricatori A7, li denuncia, non li monta sull'arma se non in campo di tiro (sembrerebbe pratica lecita secondo la legge almeno per quanto visto fino ad ora) e quando verrà il caso di interrompere anche temporaneamente la pratica sportiva cede i caricatori o li fa limitare.

Ovviamente una simile proatica permette di spostare tutta la questione sui caricatori che possono essere acquistati o ceduti con meno burocrazia (non serve neanche il porto d'armi) e con minor danno economico.

Cosa ne pensate? Qualcuno vede un possibile intoppo a seguire questa strada?


am

Per le A6 non sembra esserci una soluzione magica neanche in teoria:

Dovremo fare come un paese che ha lo stesso problema nostro con le armi demilitarizzate , cioè sono proibite e non possono essere importate (neanche per gli sportivi).

Questo paese vi sconvolgerà ma sono gli stati uniti.

Negli stati uniti è bandita l'importazione, la produzione e la vendita di armi automatiche a meno che esse non fossero registrate prima del 1986, l'ATF non prevede una procedura di demilitarizzazione, se si vuole importare l'arma essa va distrutta in maniera irreversibile cioè essa va tagliata in almeno tre pezzi con un cannello ossacetilenico.

Per le leggi statunitensi però l'arma è solo e unicamente il reciever o il lower reciever quidi gli importatori importano i cosidetti parts kit delle armi ex militari, cioè tutto tranne il reciever.

Poi esiste una pletora di aziende che producono localmente solo i recievers e gli importatori ricostruiscono l'arma partendo da questi.

Dovrei trovare il numero della circolare a seguito del 2018 del ministero dell'interno che dice che le demilitarizzate sono solo quelle armi intere che sono state sottoposte a demilitarizzazione e non armi costruite con parti di armi automatiche.

Per alcune tipologie di armi si potrebbe procedere in modo simile, l'arma uscente sarebbe una nuova A7 che potrebbe rientrare nel caso precedente, ovviamente questo avrebbe senso solo per ex ordinanza delle quali vi sia un buon approvigionamento.

Esempio, arrivano sul mercato 20.000 C7 (Ar-15) dell'esercito canadese, si fa fare una replica del lower (ammesso che basti) da una azienda anche italiana visto che ormai lo fanno cani e porci e si mette in commercio come A7/B9 part kit che ha sia il sapore storico che la funzionalità.

Ovviamente non conviene per roba rara, quindi direi che sarebbe difficile applicarlo a oscure armi adottate da piccoli eserciti  con meccaniche proprietarie delle quali si importano poche decine di pezzi e che dovranno, per forza di cosa, essere A6.

Questo approccio teorico è solo una idea senza sufficienti basi legali, bisognerebbe capire per la nostra amministrazione quale è il vero confine tra arma nuova costituita con parti di armi demilitarizzate e cosa è ancora un arma demilitarizzata. Secondo me c'è il margine per dire che non sono A6 le armi nelle quali tutto l'alloggiamento e le parti della catena del disconnettore o di dispositivi simili, idonei a implementare il fuoco automatico,  è costruito ex-novo.

Anche di questo cosa ne pensate?